The Collector

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view post Posted: 4/11/2014, 17:39     Martin Luther King -



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Martin Luther King

- Citazioni -


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La più grande debolezza della violenza è l’essere
una spirale discendente che dà vita propria alle cose
che cerca di distruggere.
Invece di diminuire il male, lo moltiplica.

MRibSAm

Cerca di scoprire il disegno che sei chiamato ad essere,
poi mettiti con passione a realizzarlo nella vita.

MRibSAm

Restituire violenza alla violenza moltiplica la violenza, aggiungendo
una più profonda oscurità a una notte ch’è già priva di stelle.
L’oscurità non può allontanare l’odio; solo l’amore lo può fare.

MRibSAm

Abbiamo imparato a volare come uccelli,
a nuotare come pesci, ma non abbiamo imparato
l’arte di vivere come fratelli.

MRibSAm

La vera misura di un uomo non si vede nei suoi momenti
Di comodità e convenienza bensì tutte quelle volte
In cui affronta le controversie e le sfide.

MRibSAm

La vigliaccheria chiede: è sicuro?
L’opportunità chiede: è conveniente?
La vana gloria chiede: è popolare?
Ma la coscienza chiede: è giusto?
Prima o poi arriva l’ora in cui bisogna prendere
Una posizione che non è ne sicura, ne conveniente,
ne popolare; ma bisogna prenderla, perché è giusta.

MRibSAm

Alla fine, non ricorderemo le parole dei nostri nemici,
ma i silenzi dei nostri amici.

MRibSAm

Nulla al mondo è più pericoloso che un’ignoranza
Sincera ed una stupidità coscienziosa.

MRibSAm

La mia libertà finisce dove comincia la vostra.

MRibSAm

Se un uomo non ha ancora scoperto qualcosa
Per cui morire non ha ancora iniziato a vivere.

MRibSAm

Il mio sogno è che i miei quattro bambini possano vivere
Un giorno in una nazione dove non saranno giudicati
Dal colore della pelle ma dal contenuto del loro carattere.

MRibSAm

Con la violenza puoi uccidere colui che odia,
ma non uccidi l’odio.
La violenza aumenta l’odio e nient’altro.

MRibSAm

L’ingiustizia in qualsiasi luogo
è una minaccia alla giustizia ovunque.

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view post Posted: 4/11/2014, 17:36     Dalai Lama -





I 19 principi del XIV Dalai Lama



I. Tieni in conto che il grande amore e i grandi insegnamenti comportano grandi rischi

II. Quando perdi, non perdere la lezione

III. Segui le 3 R: Rispetto per se stessi, Rispetto per gli altri, Responsabilità di tutte le tue azioni

IV. Ricorda che non avere ciò che vuoi a volte è un grosso colpo di fortuna

V. Impara le regole così saprai romperle propriamente

VI. Non permettere ad un piccola lite di rovinare una grande amicizia

VII. Quando ti rendi conto di aver commesso un errore, fai di dovuti passi per correggerlo

VIII. Usa un poco del tuo tempo per te stesso ogni giorno

IX. Apri le tue braccia per cambiare, ma non lasciare uscire I tuoi valori

X. Ricorda che a volte il silenzio è la migliore risposta

XI. Vivi una buona onorevole vita. Poi quando sarai vecchio la ricorderai, sarai in grado di goderla nuovamente

XII. Un’atmosfera di amore nella tua casa è le fondamenta della tua vita

XIII. In disaccordo con le persone amate, tratta solo la situazione corrente. Non ripescare nel passato.

XIV. Condividi il tuo sapere. E’ un modo per acquisire immortalità

XV. Sii gentile con la Terra.

XVI. Una volta l’anno vai in un luogo dove non sei mai stato prima

XVII. Ricorda che la migliore relazione è quella in cui l’ amore per l’altro supera il tuo bisogno dell’altro

XVIII. Giudica il tuo successo per ciò che hai dovuto pagare per averlo.

XIX. Avvicinati all’amore ed al cibo con abbandono





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view post Posted: 4/11/2014, 17:29     Il barattolo della vita -




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Il barattolo della vita

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Quando le cose della vita ti superano, quando 24 ore al giorno non ti bastano, ricordati del barattolo di maionese e del caffé.

Un professore, davanti alla sua classe di filosofia, senza dire parola prende un barattolo grande e vuoto di maionese e procede a riempirlo con delle palle da golf. Dopo, chiede agli studenti se il barattolo è pieno.

Gli studenti sono d'accordo e dicono di sì.

Così il professore prende una scatola piena di palline di vetro e la versa dentro il barattolo di maionese.

Le palline di vetro riempiono gli spazi vuoti tra le palle da golf.

Il professore chiede di nuovo agli studenti se il barattolo è pieno e loro rispondono di nuovo di sì.

Poi il professore prende una scatola di sabbia e la versa dentro il barattolo.

Ovviamente la sabbia riempie tutti gli spazi vuoti e il professore chiede ancora se il barattolo è pieno.

Questa volta gli studenti rispondono con un sì unanime.

Il professore, velocemente, aggiunge due tazze di caffé al contenuto del barattolo ed effettivamente, riempie tutti gli spazi vuoti tra la sabbia.

Gli studenti si mettono a ridere in questa occasione.

Quando la risata finisce il professore dice: "Voglio che vi rendiate conto che questo barattolo rappresenta la vita".

Le palle da golf sono le cose importanti come la famiglia, i figli, la salute, gli amici, l'amore; le cose che ci appassionano.

Sono cose che, anche se perdessimo tutto e ci restasse solo quello, le nostre vite sarebbero ancora piene.

Le palline di vetro sono le altre cose che ci importano, come il lavoro, la casa, la macchina, ecc.

La sabbia è tutto il resto: le piccole cose.

Se prima di tutto mettessimo nel barattolo la sabbia, non ci sarebbe posto per le palline di vetro né per le palle da golf.

La stessa cosa succede con la vita.

Se utilizziamo tutto il nostro tempo ed energia nelle cose piccole, non avremo mai spazio per le cose realmente importanti.

Fai attenzione alle cose che sono cruciali per la tua felicità: gioca con i tuoi figli, prenditi il tempo per andare dal medico, vai con il tuo partner a cena, pratica il tuo sport o hobby preferito.

Ci sarà sempre tempo per pulire casa , per riparare la chiavetta dell'acqua.

Occupati prima delle palline da golf, delle cose che realmente ti importano.

Stabilisci le tue priorità, il resto è solo sabbia.

Uno degli studenti alza la mano e chiede cosa rappresenta il caffé.

Il professore sorride e dice: "Sono contento che tu mi faccia questa domanda.

E' solo per dimostrarvi che non importa quanto occupata possa sembrare la tua vita, c'è sempre posto per un paio di tazze di caffé con una persona cara".


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view post Posted: 4/11/2014, 17:24     I colori dell'amicizia -


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I colori dell'amicizia

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Tanto tempo fa i colori fecero una lite furibonda.
Tutti si proclamavano il migliore in assoluto, il più importante, il più utile, il favorito.


Il rosso poco distante urlò :" Io sono il re di tutti voi!
Io sono il colore del sangue e il sangue è vita, il colore del pericolo e del coraggio.
Io sono pronto a combattere per una causa, io metto il fuoco nel sangue, senza di me la terra sarebbe vuota come la luna.
Io sono il colore della passione, dell'amore, della rosa, del papavero..."


L'arancione si fece largo:" Io sono il colore della salute e della forza. Posso essere scarso, ma prezioso, perchè io servo il bisogno della vita umana. Io porto con me le più importanti vitamine. Pensate alle carote, mango e papaia.
Io non sono presente tutto il tempo, ma quando riempio il cielo nell'alba o nel tramonto, la mia bellezza è così impressionante che nessuno pensa più a nessuno di voi..."


Il giallo rilanciò: "Voi siete tutti così seri. Io porto sorriso, gioia e caldo nel mondo.
Il sole è giallo, la luna è gialla, le stelle sono gialle. Quando fioriscono i girasoli, il mondo intero sembra sorridere.
Senza di me non ci sarebbe allegria..."


Il verde disse: "Chiaramente sono io il più importante. Io sono il segno della vita e della speranza; io sono stato scelto dall'erba, dagli alberi, dalle piante, senza di me tutti gli animali morirebbero.
Guardatevi intorno nella campagna e vedrete che io sono in maggioranza..."


Il blu lo interruppe: "Tu pensi solo alla terra, ma non consideri il cielo ed il mare?
E' l'acqua la base della vita che viene giù dalle nuvole nel profondo del mare.
Il cielo dà spazio, pace e serenità, senza di me voi non sareste niente..."


Il porpora si alzò in tutta la sua altezza : era molto alto e parlò con voce in pompa magna: "Io sono il colore dei regnanti e del potere.
Re, capi e prelati hanno sempre scelto me perchè sono il segno dell'autorità e della sapienza.
Le persone non domandano... a me essi ascoltano e ubbidiscono...!"


Infine l'indaco parlò molto serenamente agli altri, ma con determinazione :"Pensate a me, io sono il colore del silenzio, voi difficilmente mi notate, ma senza di me diventate tutti superficiali.
Io rappresento il pensiero e la riflessione, il crepuscolo e le acque profonde.
Voi tutti avete bisogno di me per bilanciare e contrastare, per pregare ed inneggiare alla pace..."


E così i colori continuarono a discutere convinti di essere ognuno superiore agli altri.
Litigarono sempre più violentemente senza sentire ragioni.

Improvvisamente un lampo squarciò il cielo seguito da un rumore fortissimo. Il tuono e la pioggia che seguì violenta li impaurì a tal punto che si strinsero tutti insieme per confortarsi...

Nel mezzo del clamore la pioggia cominciò a parlare:
"Voi sciocchi colori litigate tra voi ed ognuno cerca di dominare gli altri... Non sapete che ognuno di voi è stato creato per un preciso scopo unico e differente? Tenetevi per mano e venite con me"

Dopo che ebbero fatto pace essi si presero tutti per mano.
La pioggia continuò: "D'ora in poi quando pioverà ognuno di voi si distenderà attraverso il cielo in un grande arco di colori per ricordare che voi vivete tutti in pace.

L'arcobaleno è un segno di speranza e di pace per il domani...
E così quando una buona pioggia lava il mondo, e l'arcobaleno compare nel cielo, ricordiamoci di apprezzarci l'uno con l'altro.



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view post Posted: 4/11/2014, 17:22     La favola dell'amore -


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La favola dell'amore

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Raccontano che un giorno si riunirono in un luogo della Terra tutti

i sentimenti e le qualità degli uomini.

Quando la NOIA si fu presentata per la terza volta,

la PAZZIA come sempre un po' folle propose:

"Giochiamo a nascondino!".

L' INTERESSE alzò un sopracciglio e la CURIOSITA'

senza potersi contenere chiese: "A nascondino? Di che si tratta?"

"E' un gioco" - spiegò la Pazzia -

"in cui io mi copro gli occhi e mi metto a contare fino a 1.000.000

mentre voi vi nascondete, quando avrò terminato di contare il primo

di voi che scopro prenderà il mio posto per continuare il gioco".


L' ENTUSIASMO si mise a ballare, accompagnato dall' EUFORIA .

L'ALLEGRIA fece tanti salti che finì per convincere il DUBBIO e persino l' APATIA,

alla quale non interessava mai niente...però non tutti vollero partecipare.

La VERITA' preferì non nascondersi, perché se poi tutti alla fine la scoprono?


La SUPERBIA pensò che fosse un gioco molto sciocco,

in realtà ciò che le dava fastidio era che non fosse stata una sua idea,

e la CODARDIA preferì non arricchirsi.

"UNO,DUE,TRE..." -cominciò a contare la Pazzia. La prima a nascondersi fu

la PIGRIZIA che si lasciò cadere dietro la prima

pietra che trovò sul percorso. La FEDE volò in cielo e

l' INVIDIA si nascose all'ombra del TRIONFO

che con le proprie forze era riuscito a salire sull'albero più alto.


La GENEROSITA' quasi non riusciva a nascondersi:

ogni posto che trovava le sembrava meraviglioso per qualcuno dei suoi amici.

Che dire di un lago cristallino? Ideale per la BELLEZZA.

Le fronde di un albero? Perfetto per la TIMIDEZZA.

Le ali di una farfalla? Il migliore per la VOLUTTA'. Una folata di vento?

Magnifico per la LIBERTA'.

Così la Generosità finì per nascondersi in un raggio di sole.

L' EGOISMO, al contrario, trovò subito un buon nascondiglio,

ventilato, confortevole e tutto per sé.

La MENZOGNA si nascose sul fondale degli oceani...

non é vero si nascose dietro l'arcobaleno.

La PASSIONE e il DESIDERIO al centro dei vulcani.

L' OBLIO....non mi ricordo...dove?


Quando la Pazzia arrivò a contare 999999 l' AMORE non aveva

ancora trovato un posto dove nascondersi poiché li trovava tutti occupati;

finché scorse un cespuglio di rose e alla fine decise di nascondersi tra i suoi fiori.


"Un milione!" - contò la Pazzia. E cominciò a cercare.

La prima a comparire fu la Pigrizia, solo a tre passi da una pietra.

Poi udì la Fede, che stava discutendo con Dio su questioni di teologia,

e sentì vibrare la Passione e il Desiderio dal fondo dei vulcani.

Per caso trovò l'Invidia e poté dedurre dove fosse il Trionfo.

L'Egoismo non riuscì a trovarlo: era fuggito dal suo nascondiglio

essendosi accorto che c'era un nido di vespe.


Dopo tanto camminare, ebbe sete e nel raggiungere il lago scoprì la Bellezza.

Con il Dubbio le risultò ancora più facile, giacché lo trovò seduto su uno

steccato senza avere ancora deciso da che lato nascondersi.

Alla fine trovò un po' tutti: il TALENTO nell'erba fresca,

l' ANGOSCIA in una grotta buia, la Menzogna dietro l'arcobaleno

e infine l'Oblio che si era già dimenticato che stava giocando a nascondino.


Solo l'Amore non le appariva da nessuna parte.

La Pazzia cercò dietro ogni albero, dietro ogni pietra, sulla cima delle montagne e quando

stava per darsi per vinta scorse il cespuglio di rose e cominciò a muovere i rami.

Quando, all'improvviso, si udì un grido di dolore:

le spine avevano ferito gli occhi dell'Amore!

La Pazzia non sapeva più che cosa fare per discolparsi:

pianse, pregò, implorò, domandò perdono e alla fine

gli promise che sarebbe diventata la sua guida.


Da allora, da quando per la prima volta si giocò a nascondino sulla terra,

l'Amore è cieco e la Pazzia sempre lo accompagna...




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view post Posted: 4/11/2014, 17:19     Hanno detto... -


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Prima vennero per gli ebrei
e io non dissi nulla perché
non ero ebreo.
Poi vennero per i comunisti
e io non dissi nulla perché
non ero comunista.
Poi vennero per i sindacalisti
e io non dissi nulla perché
non ero sindacalista.
Poi vennero a prendere me.
E non era rimasto più nessuno
che potesse dire qualcosa.

Martin Niemoeller

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Quando quella finezza e trasparenza di spirito a cui anelo,
saranno diventate perfettamente naturali per me,
quando sarò divenuto incapace di fare qualsiasi male,
quando nulla di duro o di superbo occuperà
neppure momentaneamente il mondo dei miei pensieri,
allora e allora soltanto la mia nonviolenza
commoverà il cuore di tutto il mondo.

Ghandi

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Ho sempre rifiutato di essere compreso.
Essere compreso significa prostituirsi.
Preferisco essere preso per quello che non sono,
ignorato umanamente,
con decenza e naturalezza.

Fernando Pessoa

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L'essere e il non essere si generano a vicenda,
il difficile e il facile si completano a vicenda,
lungo e corto, alto e basso, suono e tuono,
prima e dopo, si foggiano, s'invertono,
si accordano, si seguono a vicenda.
Per questo l'uomo saggio pratica il non-agire:
egli esercita il muto insegnamento, senza parole,
assiste al nascere delle cose senza ostacolare,
le lascia sviluppare senza opporsi,
né s'ingerisce della vita altrui.

Karol Josef Wojtyla

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Non dovremmo cercare l'immortalità nella riproduzione.
Ma se contribuiamo alla cultura del mondo,
se abbiamo una buona idea, se componiamo una canzone,
se inventiamo la candela, se scriviamo una poesia,
queste cose possono vivere intatte per lungo tempo
dopo che i nostri geni si sono dissolti.

Richard. Dawkins

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Preso nel vortice degli affari e degli impegni
ciascuno consuma la propria vita,
sempre in ansia per quello che accadrà,
e annoiato di ciò che ha.
Chi invece dedica ogni attimo del suo tempo
alla propria crescita,
chi dispone ogni giornata come se fosse la vita intera,
non aspetta con speranza il domani
né lo teme.

Seneca

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Beati coloro che temono di cagionare agli altri il benché
minimo danno con il pensiero, con la parola, con l'azione.
Beati gli amici senza egoismo e coloro il cui motto, nella vita,
è la costanza.
Beati coloro che nascondono perfino ai propri occhi
le cicatrici degli altri.

Inayat Khan

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Coloro che sono poveri,
ignoranti, mal nati e mal educati
non sono il gregge volgare.
Il gregge volgare è costituito
da tutti coloro che sono
soddisfatti della meschinità e
dell'umanità mediocre.

Aurobindo

sWRwWKM

Possiamo fare cose straordinarie
solamente quando ci sia grande passione
e grande energia,
e solamente questa passione
può generare un tipo di vita
assolutamente diverso dentro noi stessi
e nel mondo.

Krishnamurti

sWRwWKM

Per agire nel mondo, occorre morire a se stessi…
L'uomo non sta sulla terra solo per essere felice,
neppure per essere semplicemente onesto.
Vi si trova per realizzare grandi cose per la società,
per raggiungere la nobiltà d'animo
e andare oltre la volgarità
in cui si trascina l'esistenza di quasi tutti gli individui.

Van Gogh

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L'assenza di paura non significa arroganza o aggressività.
Quest'ultima è in sé stessa un segno di paura.
L'assenza di paura presuppone la calma
e la pace dell'anima.
Per essa è necessario avere una viva fede in Dio.

Gandhi

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Poiché il tempo non è una persona
che potremo raggiungere sulla strada
quando se ne sarà andata,
onoriamolo con letizia e allegrezza di spirito
quando ci passa accanto.

Wolfgang Goethe

sWRwWKM

Uccidere il Buddha quando lo si incontra
significa superare il mito del maestro,
il mito del guru,
il mito dello psicoterapeuta,
significa uccidere la speranza che qualcuno,
all'infuori di noi,
possa essere il nostro padrone.

Sheldon B. Kopp

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L'ateo
può essere semplicemente uno
la cui fede e il cui amore
sono concentrati
sugli aspetti impersonali di Dio.

Simone Weil

sWRwWKM

Se volete conoscere Dio,
non siate per questo dei solutori di enigmi.
Guardatevi intorno, piuttosto,
e lo vedrete giocare con i vostri bambini.

Kahlil Gibran

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La suprema felicità della vita
è essere amati per quello che si è
o, meglio,
essere amati a dispetto di quello che si è.

Victor Hugo

sWRwWKM

L'amore non ha altro desiderio che quello di realizzarsi,
ma se amate ed è inevitabile che abbiate dei desideri,
fate in modo che essi siano questi:
svegliarsi all'alba con le ali al cuore
e ringraziare per un altro giorno d'amore.

Kahlil Gibran

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L'Amore è come uno specchio.
Quando ami qualcuno, tu diventi il suo specchio e lui il tuo...
E specchiandoti
nel reciproco Amore vedi l'Infinito.

Leo Buscaglia

sWRwWKM

Chi ha avuto la fortuna di incontrare l'amore,
faccia di tutto per mantenerlo vivo,
perché l'amore non invecchi.
E chi non l'ha incontrato,
apra il cuore alla speranza,
poiché la vita è sempre una speranza d'amore.

Nicola Abbagnano

sWRwWKM

Lentamente muore
chi diventa schiavo dell'abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.

Pablo Neruda

sWRwWKM

Cos'è mai
la conoscenza con parole,
se non un'ombra
della conoscenza senza parole?

Kahalil Gibran

sWRwWKM

Vivere
significa sempre lanciarsi in avanti,
verso qualcosa di superiore,
verso la perfezione,
lanciarsi e cercare di arrivarci.

Boris Pasternak

sWRwWKM

Certi amici compaiono nella vita di ciascuno di noi,
e se ne allontanano appena l'hanno attraversata.
Diventano dei veri amici,
e condividono la nostra esistenza per un istante,
lasciandosi dietro delle magnifiche impronte nella sabbia.

Sergio Bambarèn

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genitori che si aspettano riconoscenza dai figli
sono come quegli usurai
che rischiano volentieri il capitale
per incassare gli interessi.

Franz Kafka

sWRwWKM

Preferisco dipingere gli occhi degli uomini
che le cattedrali,
perché negli occhi degli uomini
c'è qualcosa che non c'è nelle cattedrali,
per quanto maestose e imponenti siano.

Van Gogh

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Amore!
Ecco un volume in una parola,
un oceano in una lacrima,
un turbine in un sospiro,
un millennio in un secondo.

Martin Tupper

sWRwWKM

Per conoscere bene le cose,
bisogna conoscerne i particolari:
e siccome questi sono quasi infiniti,
le nostre conoscenze sono sempre superficiali
e imperfette.

François de La Rochefoucauld

sWRwWKM

Se vuoi costruire una nave,
non radunare gli uomini per raccogliere la legna
e per suddividere il lavoro,
ma insegna loro la nostalgia del mare ampio e infinito.

Antoine de Saint-Exupéry

sWRwWKM

Quanto meno abbiamo, più diamo.
Sembra assurdo,
però questa è la logica dell'amore.

Madre Teresa di Calcutta

sWRwWKM

La piccola casa sotto gli alberi sul lago.
Dal tetto sale il fumo.
Se mancasse
quanto sarebbero desolati
la casa, gli alberi, il lago!

Bertold Brecht

sWRwWKM

Di tutte le cose
che la saggezza procura
per ottenere un'esistenza felice,
la più grande è l'amicizia.

Epicureo

sWRwWKM

Quando due amici
si comprendono completamente
le parole sono soavi e forti
come profumo di orchidee.

KungTse

sWRwWKM

Non vi è migliore compagnia
di quella della solitudine.
Star soli con se medesimi
è come stare con un amico
la cui compagnia durerà per sempre.
La saggezza si acquista nella solitudine.

Inayat Khan

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Cerchiamo continuamente l'ebbrezza.
Non vogliamo soffrire.
Bene, voi sapete che c'è molto da imparare dalla sofferenza.
Certo, io preferirei imparare e insegnare nella gioia;
ma negare che nella sofferenza vi sia un certo valore
è un errore enorme.

Leo Buscaglia

sWRwWKM

Le passioni sulla cui origine ci inganniamo
sono quelle che ci dominano più fortemente.
I nostri stimoli più deboli
sono quelli della cui natura ci rendiamo conto.

Oscar Wilde

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Che noi lo desideriamo oppure no,
siamo coinvolti nei problemi del mondo,
e tutti i venti del paradiso
soffiano attraverso la nostra terra.

Walter Lippmann

sWRwWKM

Sono convinto
che anche nell'ultimo istante
della nostra vita
abbiamo la possibilità
di cambiare il nostro destino.

Giacomo Leopardi

sWRwWKM

Quando non si è sinceri
bisogna fingere,
a forza di fingere
si finisce per credere.

Alberto Moravia

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E' detto che i sensi sono grandi,
più grande dei sensi è la mente,
superiore alla mente è l'intelletto puro,
più grande dell'intelletto è il Sé.

Bhagavad Gita

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Ho sempre pensato al Natale
come ad un bel momento.
Un momento gentile, caritatevole,
piacevole e dedicato al perdono.
L'unico momento che conosco, nel lungo anno,
in cui gli uomini e le donne
sembrano aprire consensualmente e liberamente
i loro cuori, solitamente chiusi.

Charles Dickens

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Ogni volta che una serie di ansietà
invade la vostra mente,
rifiutatevi di accettarle;
attendete con calma,
nel mentre cercate il rimedio.
Disperdete le angustie
con la potente sostanza della vostra pace.

Paramahansa Yogananda

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Chi non controlla i propri sensi
è come chi naviga su un vascello senza timone
e che quindi è destinato a infrangersi in mille pezzi
non appena incontrerà il primo scoglio.

Mahatma Gandhi



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view post Posted: 29/10/2014, 14:57     Se Devi Amarmi -
Complimenti Lucy, molto bella.
view post Posted: 19/10/2014, 01:26     Crisi Economica -

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La situazione attuale del genere umano sul nostro pianeta è a dir poco disastrosa.

Senza prendere neppure in considerazione guerre fratricide, spesso fondate su differenze religiose, oppure
sulla conquista di un bene prezioso, come il petrolio, se passiamo ad esaminare lo scenario attuale non
possiamo non renderci conto che questa impostazione di convivenza sociale è destinata al fallimento totale.

Gli elementi che fanno da motore all'intera umanità sono gli stessi, oggi, e si chiamano crescita economica,
democrazia, consumismo, globalizzazione, "ricerca assoluta del profitto al minor costo e rischio", detto in altre
parole più sincere.

Sono inesistenti tutti i principi morali umanitari di cui una razza cosciente dovrebbe farsi carico.

Inquiniamo e distruggiamo lo stesso pianeta in cui viviamo.

Non siamo più in grado di procurarci alcun genere di alimento che risulti sano.

Dalle farine ai pesci, dalle carni alle verdure, tutto viene elaborato in funzione di criteri d'economia
produttiva, di conservazione nel tempo, di appetibilità, di estetica.

Per fare ciò vengono impiegate migliaia di sostanze chimiche artificiali, rielaborate dall'uomo, che
presentano vari livelli di tossicità.

Per combattere le tossicità si incrementa un settore altrettanto pericoloso, quello farmaceutico, che spesso
presenta cure altrettanto tossiche, ma per le quali sono offerti altri prodotti compensativi, alimentando
così un circolo vizioso infinito ed un mercato del profitto spaventoso.

A nulla servono gli innumerevoli segnali d'allarme diffusi da vari enti di controllo e ricercatori
scientifici, che poi, a loro volta, sfruttano molti argomenti per semplice profitto e successo personale,
gettando ondate di terrorismo informativo sulle popolazioni, pur di vendere il loro ultimo libro o creare
accessi alle loro pagine web.

Se io cancellassi dalla lista della spesa tutti gli alimenti e prodotti vari di cui sta scritto almeno un
articolo critico, oggi non andrei a fare la spesa.

I canali informativi, d'altro canto, puntano tutte le loro attenzioni sui micro-fatti quotidiani, sulle
schermaglie dei vari partiti e uomini politici, sui piccoli o grandi scandali.

Questa scelta di informazioni è pure essa dettata dalla legge del profitto.

I talk show fanno audience perchè la gente disperata vuole cercare di capire cosa succede, assegnare colpe e
fare scelte diverse. Nessuno si rende conto di essere parte integrante del sistema, di stare al gioco dei
potenti e di non avere alcun potere di cambiamento, almeno fino a quando si è invischiati nel sistema globale
stesso.

Non ci sono scelte diverse e vincenti ai bassi livelli di potere.

Un ipotetico ottimo governo del paese Italia, ad esempio, sarebbe comunque vittima del sistema mondiale ed
avrebbe le mani legate nel prendere certe decisioni, fermo restando che non esistono più governi in grado di
gestire la complessità in continua espansione dell'intero intreccio dei problemi e non ci sono i tempi di
reazione utili per rimediare di volta in volta alle situazioni più dannose.

Legge del profitto, complessità del sistema mondiale finanziario, produttivo e commerciale, evoluzione
produttiva robotizzata, globalizzazione del mercato del lavoro, sono gli elementi più importanti che
producono tutti i danni attuali e futuri... se non si aprisse la speranza di un profondo cambiamento.

Sono tutte cose che più o meno tutti conosciamo, ma ben pochi hanno il coraggio di vedere nel loro insieme,
puntando il dito sull'unico denominatore comune: il denaro.

Solo se spingiamo il nostro pensiero a questo livello di considerazioni siamo in grado di convincerci che il
denaro è il massimo colpevole di tutti i disastri umani.

A questo punto dobbiamo avere il coraggio di pensare a come rimediare e sarebbe logico concludere che l'unica
soluzione che darebbe una svolta profonda a tutti i problemi umani sarebbe l'ipotesi di una società non più
basata sul sistema monetario, ma su principi umanistici universali.

Chiaramente questa nuova società dovrebbe essere disposta a qualche rinuncia, in cambio di una vita più sana
e serena per sè e per il pianeta stesso, quindi anche per tutte le generazioni future.

Non si tratta di rinunciare al benessere, ma di ripensarlo all'interno di un sistema che non sia più deviato
dal gioco perverso del profitto di pochi individui spregiudicati.

Noi oggi siamo "malati" di consumismo, siamo arrivati allo shopping compulsivo e questo la dice lunga sugli
enormi successi conseguiti dalle campagne pubblicitarie studiate per stimolare al massimo il desiderio di
possedere oggetti e servizi, ben al di fuori da ogni ragionevole necessità.

L'idea stessa di abbattere il sistema monetario sembra utopistica e dunque assolutamente irrealizzabile, ma
analizziamone i dettagli per capire se ciò sia vero.

I poveri sono il 99,9% dell'intera popolazione umana, dunque avrebbero un immenso potere decisionale... se
solo lo sapessero/volessero sfruttare.

Il potere dei pochi ricchi, invece, deriva e dipende dalle masse che tengono soggiogate col denaro.

Se togli ai poveri la necessità di pagare con pezzi di carta qualsiasi cosa, togli ai ricchi tutto il potere
che hanno.

Con tali intenti sono nati da un pezzo vari movimenti mondiali, che si prefiggono appunto l'abolizione del
sistema monetario.

Ma l'impresa è praticamente impossibile perchè bisognerebbe convincere e coinvolgere miliardi di persone in
ogni paese del mondo e attuare un programma che fosse in grado di abbattere tutti i poteri forti, da quello
finanziario/bancario a quello politico/istituzionale.

Ed anche così facendo non basterebbe ancora, perchè bisognerebbe convincere la gente a lavorare gratis e
altra gente a fornire gratis i loro prodotti e servizi.

Se tutto non fosse sincronizzato il processo si incepperebbe subito e la gente si ritroverebbe più povera di
prima, senza lavoro e senza soldi.

Con queste convinzioni qualcuno allora ha pensato di introdurre un pezzo di carta che rappresenti un credito
svincolato dai sistemi bancari legali in circolazione. Ma in questo modo si sostituisce un pezzo di carta con
un altro, magari più debole, senza risolvere minimamente il problema.

Forse l'unica strada possibile è quella della lenta perseveranza, procedendo con programmi a lungo respiro e
modesti traguardi. Piccoli passi, insomma, con in testa l'idea di procedere verso quella direzione così
auspicata.

Il rischio in questo caso è che la cosa vada alle calende greche, come si dice, ovvero che non se ne vedrebbe
mai la realizzazione, ma solo piccoli modestissimi progressi spalmati su intere generazioni.

Allora non ci resta che sperare nell'auto presa di coscienza, che può derivare dal progressivo impoverimento
della gente. In questi casi, se non si precipita in guerre fratricide per la sopravvivenza, le persone
possono sentirsi sempre più economicamente deboli e quindi più propense a conservare il denaro per spenderlo
solo per beni di prima necessità.

Poco lavoro, ma per tutti, pochi soldi, ma per tutti, insomma.

In un certo senso sta già accadendo nei paesi in crisi. La gente è molto più attenta nello spendere, non
butta via i soldi e rinuncia a ciò che fino a qualche anno fa considerava indispensabile, anche se in pratica
non lo era.

Una rivoluzione bianca, indolore, che coinvolge anche i ricchi che diventerebbero sempre meno ricchi perchè
non avrebbero più masse di individui da sfruttare col lavoro prima e con gli acquisti dopo.

In ogni caso non sembra si possa essere ottimisti per il futuro. L'apertura ai mercati mondiali, la
globalizzazione, ha innescato un processo irreversibile, creando nuove masse di consumatori che prima
vivevano di ignorante povertà.

Quindi la ricchezza mondiale oggi va divisa tra qualche miliardo in più di esseri umani (pure in
irrefrenabile crescita).

A meno che non ci si barrichi nuovamente in neo-feudi, dentro i quali far fiorire attività artigianali e
piccoli servizi locali che producano una pseudo-autonomia, al riparo dalle tempeste mondiali, i nostri nipoti non vivranno nel nostro lusso.

Anche questi esperimenti sono già in corso in varie parti del mondo. Ma sarebbe un ritorno al Medioevo.


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view post Posted: 18/10/2014, 15:31     Consumismo -

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Consumismo


La deformazione speculativa dei beni di consumo, che trae le sue più ampie origini dalla moderna era tecnologica e industriale, ha stravolto completamente i precedenti criteri di valutazione applicati dagli individui.

Le classi sociali hanno nel tempo perso sempre di più la loro netta distinzione e verticalizzazione; la piramide sociale si è andata sempre di più allargando alla base, riducendo la sproporzione col vertice.
L’imperatore che governava immense proprietà, ha ceduto il posto alle case reali e da queste si è passati alla formazione di due sole classi sociali, la borghesia e il proletariato, per giungere infine ad una sola classe di cittadini lavoratori e consumatori.

Quelle che un tempo erano delle inequivocabili differenze sociali che permettevano a chiunque di riconoscere subito il livello sociale di un individuo, tramite il suo modo di vestire, di muoversi e di parlare ancor prima che dalla sua casa e possedimenti, oggi sono molto meno palesi, anche se esistono ugualmente.

Generalmente, in passato, si apparteneva ad un certo strato sociale sin dalla nascita ed era quasi impossibile “saltare” ad un livello superiore. Il contadino era e restava contadino e così pure l’artigiano, il commerciante e il nobile; tutte categorie ben distinte e isolate tra loro.

Oggi non esiste più una netta distinzione e i confini tra i vari strati sociali, che pure esistono, come ho già detto, non sono determinati rigidamente per nascita, ma dipendono in buona misura dalle capacità e dalle volontà espresse durante l’intero arco della vita.

Il figlio di un contadino può benissimo studiare legge e diventare un famoso avvocato, così come un ingegnere può gestire una fattoria o un muratore può diventare presidente della repubblica.

All’interno di questa unica base sociale ognuno cerca, però, di distinguersi ed emergere più che può dai suoi pari tramite il perseguimento di una maggiore ricchezza materiale e perciò è nata la consapevolezza che per me stesso ed agli occhi degli altri: “io sono ciò che ho e ciò che consumo”.

Le società consumistiche sono composte prevalentemente da clienti di supermercato e centri commerciali.

Il grado d’importanza di un prodotto è dettato dal livello di pubblicità che ne viene fatta e non dal livello di bisogno che se ne ha.

Si potrebbe anche affermare che spesso la qualità dei prodotti è inversamente proporzionale alla pubblicità che ne viene fatta.

Del resto, un manufatto troppo solido e durevole viene considerato controproducente dal produttore, perché porterebbe alla saturazione del mercato.

Se un produttore trova un nuovo sistema o espediente per ridurre i costi di produzione, anche tutti gli altri lo dovranno seguire sulla stessa strada, perché altrimenti non sarebbero in grado di sostenere gli stessi prezzi.
La concorrenza è un campo di battaglia nel quale ormai si confrontano (e si copiano) i valori negativi della produzione piuttosto che quelli positivi dei prodotti.

La lotta non è più sui prezzi di vendita e sulla qualità e bontà degli articoli, ma sui sistemi per ridurre i costi di produzione e distribuzione e aumentare la quantità producibile e vendibile, oltre che dal lancio pubblicitario.

Ogni possibilità di recupero o mantenimento in vita di un prodotto, oltre i termini di durata previsti dal produttore, viene scoraggiata, rendendone difficile o impossibile la riparazione, per esempio, per obbligarti alla sostituzione dell’intero articolo.

Nello stesso tempo i metodi per convincere i consumatori all’acquisto seguono sempre più spesso falsi obiettivi, come, per esempio, la "bellezza" di un articolo laddove ci si dovrebbe aspettare la "bontà", oppure la presenza di una firma anziché la funzionalità, o la lusinga di un omaggio abbinato al prodotto.

Oggi la verdura e la frutta tendono ad essere sempre più belle … e sempre meno buone: conta di più, nella scelta, l’esteriorità di una mela anziché il suo sapore. La gente a poco a poco si abitua a questi criteri di valutazione perché viene persuasa dalla pubblicità, che usa ormai qualsiasi mezzo per convincere, forse anche l’ipnosi.

I prodotti, se risultano troppo densi, vengono fluidificati, perché così sarai costretto a sprecarne di più, come succede negli shampoo per capelli o nei bagni schiuma o nei detersivi.

Più fluido significa minor quantità di prodotto attivo e quindi più spreco. La pubblicità, poi, si incaricherà di mascherare questo inganno, convincendo il consumatore che il nuovo prodotto si presenta ancor più “delicato”.

Quante truffe e prese in giro si nascondono dietro il termine “delicato”, che il più delle volte vuole semplicemente dire più “diluito” o più "povero".

L’ultimo sapone liquido che ho comprato (sempre della stessa marca) non ha più il dispositivo a pompetta per l’uscita regolata del sapone. Al suo posto c’è un bel tappo che chiude un foro largo un dito. Oltre a risultare fastidiosamente meno pratico e igienico del precedente sistema è facile stimare che durerà molto di meno.

Per risparmiare tessuto ci sono molti prodotti che nel tempo sono andati impercettibilmente restringendosi. E’ il caso delle lenzuola e delle federe. Il letto è sempre largo uguale, ma il lenzuolo non si riesce più a rimboccarlo e dalla federa esce un pezzo di cuscino.

Alcuni elettrodomestici, per evitare che i soliti armeggioni riescano a ripararli da soli, sono sigillati in contenitori di plastica che all’esterno non presentano alcuna vite. Altro che cubo di Rubick! Per trovare il trucco ed aprirli devi provarle tutte, rischiando ogni volta di spaccare o rovinare tutto, perché vengono usati dei diabolici metodi di chiusura a scatto che richiedono la conoscenza del punto su cui fare leva. In questo modo il produttore ha conseguito due risultati: ha abbreviato i tempi di produzione e scoraggiato l’utilizzatore a metterci le mani. La risposta ufficiale è che così il prodotto si presenta meglio ed è più sicuro.

In qualche caso il produttore s’è spinto ancora più sfacciatamente oltre, chiudendo i coperchi delle macchine con viti speciali e per le quali occorre un particolare attrezzo che solo i suoi laboratori di riparazione hanno in dotazione. Così, se l’apparecchio si dovesse proprio riparare, almeno s’è garantito d’essere il solo a poterlo fare.

Anche i cavi di molti elettrodomestici diventano sempre più corti, costringendo all’uso di prolunghe che possono essere causa di malfunzionamenti e pericolo di scosse o incendi. Quanto mai risparmierà un produttore su mezzo metro di cavo?

Per l’ultima cucina a gas che ho acquistato ho voluto seguire il vecchio detto che chi più spende meglio spende. Dopo tre mesi le manopole erano bruciate e mi restavano in mano ogni volta che le usavo. Al secondo tentativo di riparazione in garanzia ho rinunciato definitivamente a farle sistemare, visto che il tecnico mi aveva seraficamente dichiarato che “ormai” non si trovavano più i ricambi per quel modello.

Dopo un anno c’è stato un corto circuito e si è bruciato il cavo che alimentava il forno elettrico. Considerando che a pochi centimetri c’è anche il tubo del gas, s’è evitata una tragedia solo per pura fortuna.

Il consumismo presenta molti problemi, ma è anche un buon sistema sociale: si lavora per consumare e si consuma per lavorare. Ciò produce miglioramenti nel benessere dei cittadini, ma il meccanismo del PIL è perverso e ingiusto: non si può consumare sempre di più, deve esserci un punto di equilibrio.

Noi compriamo più imballi e confezioni che prodotti fruibili. Una buona soluzione per auto-regolare questi consumi che producono montagne di rifiuti e minacciano il nostro pianeta sarebbe quello di modulare la percentuale di tasse (IVA) in funzione del coefficiente di costo energetico di produzione del bene. Più un bene costa (ovvero “spreca”) energia e più dovrebbe essere elevata la tassazione. In questo modo si modificherebbe l’andamento dei consumi (e delle importazioni dall'altro capo del mondo), premiando qualsiasi iniziativa che remasse contro corrente. Un buon esempio sono i distributori di detersivi sciolti. Ci si reca al supermercato col proprio contenitore, si fa il pieno e si risparmiano soldi e plastica da buttare.

Già Marx aveva individuato nel capitalismo una tendenza al consumo che aveva chiamato feticismo della merce. Nella teoria marxiana del valore le merci, da pure e semplici cose, prodotto del lavoro umano, assurgono al ruolo di rapporto sociale, e in modo simmetrico, i rapporti sociali fra gli uomini assumono l’aspetto, nello scambio, di rapporti tra cose. Per vedere il consumismo come fenomeno di massa bisognerà aspettare circa un secolo.

I difetti della società basata sui consumi
Consumismo alimentareIl nostro livello di consumi erode le riserve naturali del pianeta e mette probabilmente a rischio la vita sulla Terra per le generazioni che succederanno alla nostra. Se anche i Paesi in via di sviluppo adotteranno in futuro il modello di consumo occidentale sarà, secondo gli esperti, una catastrofe. E ciò sta già accadendo in Oriente e in Sud America.

Il consumo eletto a status symbol ci spinge a comprare più di quanto ci serva: si acquistano oggetti non tanto per la loro necessità o per il piacere di adoperarli, il cosiddetto "valore d'uso", quanto per quello che rappresentano. Lo shopping placa le insicurezze dell'uomo moderno. Gli acquisti di beni voluttuari (telefonini, moto, auto, barche, vestiti, iphone e ipad, ecc.), lo fanno sentire (momentaneamente) importante e appagato.

La società dell'effimero presenta gravi problemi, perchè l'uomo non può soddisfare le sue ambizioni semplicemente collezionando oggetti o abbuffandosi di cibi grassi e malsani (società degli obesi). Manca sempre di più una vita spirituale, profonda, interiore, ricca di ideali e affermazioni intellettuali.

Da un recente studio risulta che una quantità preoccupante di ragazzine italiane, dai 14 ai 18 anni, per farsi pagare una ricarica telefonica è disposta a mostrare il suo seno o altro, ma può anche spingersi fino a prostituirsi per avere in cambio un iPod o un bene analogo!

Difficile sostenere che sia semplice retorica affermare che "ai miei tempi i giovani erano diversi". Nel nostro passato non c'è traccia di baby-gang e i ragazzi o le ragazze non si ubriacavano a 13 anni fino al coma etilico, nè tanto meno facevano uso di droghe e anfetamine. Il massimo di trasgressione a cui arrivavano era di fumare qualche sigaretta! Non esisteva lo sballo; semmai ci si dedicava al ballo.

Per un approfondimento sui difetti della società consumistica vale ancora quanto scritto a suo tempo da Eric Fromm. Per iniziare si può leggere il semplice "Avere o Essere", per fare poi seguito con tutti gli altri scritti di Fromm, che tracciano un quadro preciso e lungimirante quanto preoccupante della società moderna.

Come uscire dalla società dei consumi?
La crisi economica non è sufficiente. Ci saranno piccoli correttivi qua e là per evitare catastrofi finanziarie, ma il meccanismo del produrre per consumare e consumare per produrre ancora di più mi sembra difficilmente sradicabile nei prossimi anni. Solamente una forte crisi energetica (per ora non immaginabile, ma pur sempre possibile) potrebbe dare una svolta alla frenesia dell'acquisto fine a sé stesso. Ma la riduzione dei consumi superflui dovrebbe essere rimpiazzata con altri valori più nobili.

Però non è più tempo di grandi ideali. Le religioni sono in parte scalzate dalle conoscenze scientifiche, anche se mantengono ancora un grande potere di condizionamento sociale. Il loro obiettivo non è di sanare le popolazioni, ma bensì di tenerle soggiogate con la paura. La politica tende sempre di più ad appiattirsi verso forme liberali e democratiche che non infiammano gli animi e non danno appagamento.

Purtroppo, da queste considerazioni possiamo ipotizzare che solo con forti restrizioni energetiche non dipendenti dalla nostra volontà la società potrebbe essere costretta a consumare di meno e quindi a dare maggiore valore ai beni primari, morali e sociali.

Non so se tutto ciò sia veramente augurabile. In fondo basterebbe un po' più di buonsenso per trovare un nuovo equilibrio tra benessere e valori morali.


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view post Posted: 18/10/2014, 14:55     Società Techno-Global -



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Società Techno-Global


Il Capitale oggi è al servizio della tecnologia e non vice-versa.
La tecnologia di chi sfrutta lo strumento, non necessariamente di chi lo produce.
Il nuovo profitto oggi nasce dai motori di ricerca del web e dai social network.
Ma anche dall'alta finanza che con un click sposta immensi capitali da un continente all'altro, mandando in malora aziende sanissime.

E la gente comune?

La gente comune è affascinata dalla tecnologia, ma non perchè questa gli sia utile, solo per un fatto di moda ed emulazione.

E' logico che in una società tendente in modo assoluto all'individuo, all'essere e vivere da single, alla inviolabile libertà e indipendenza personale, al rifiuto di qualsiasi responsabilità, il fenomeno dei gusti di massa sia così sviluppato.

Lo è proprio perchè il singolo individuo è un vaso vuoto e dunque, dovendo esprimere idee, tendenze, gusti, esperienze, lo fa attraverso i mondi virtuali anzichè la famiglia e gli amici, che a loro volta sono vasi vuoti acritici e senza personalità. I due estremi, insomma: l'individuo solo e nudo da una parte e la valanga del marketing mondiale dall'altra.

Già, "marketing" perchè la famosa generazione di idioti non si accorge neppure che tutto ciò che compra e che usa, che legge o che vede in TV ha la finalità del profitto, mai del bene comune, che non interessa a nessuno perchè il bene comune non produce reddito.

Persino i farmaci non sono pensati per curare le malattie, ma per creare dipendenze.

Tutto ciò porta inevitabilmente al crollo dei valori etici, morali, umanistici, sociali. Porta al disgregamento della famiglia, già ridotta a pochi membri nei decenni precedenti, ed ora ridotta molto spesso ad un singolo individuo.

Oggi sono sfiorati di più gli smartphone che i volti umani. Questo il risultato del progresso.

Oggi è nato il "selfie", ovvero ovunque ti trovi fotografi te stesso anzichè ciò che ti circonda. Da non confondere con l'autoscatto, nato invece per opposta ragione, ovvero fotografarsi insieme, senza che uno debba rinunciare ad essere nell'obiettivo per scattare la foto agli altri.

Visto il successo spaventoso del selfie, mi domando perchè la gente viaggi, allora.

Non sarebbe più facile ed economico farsi un selfie dal proprio cesso?
(c'è anche chi già lo fa, comunque, vedi esempio).

La nostra società europea e statunitense non è in crisi, come si sente dire, ma in netto declino irreversibile, come sempre ciclicamente accade nella storia. Nei prossimi decenni il mondo sarà guidato dai paesi emergenti, ormai piazzati ai primi posti della ricchezza e capacità di espansione. Mi riferisco alla Cina, all'India, ma anche alla futura crescita di paesi del sud America o dell'Africa ed altri paesi dell'Oriente.

La cosa triste è che i nuovi paesi emergenti non portano una ventata di novità e di miglioramenti, sotto il profilo umanistico, visto che sono invece i precursori fanatici di qualsiasi nuova tecnologia.

Nello stesso tempo il declino della nostra società prevalentemente cristiana, porterà all'ascesa di società basate su altre religioni molto più radicate nelle popolazioni e più intolleranti verso l'ateismo e verso le altre religioni.

Ma sarà una invasione passiva perchè i cristiani sono già fortemente indeboliti nella loro fede e non credo abbiano alcun desiderio di farsi coinvolgere in una guerra santa. Semplicemente e senza accorgersene subiranno i nuovi condizionamenti poco per volta e basta. Restando costantemente impegnati col dito sullo smartphone o sul tablet, in cerca di nuove interessantissime ed utilissime "app" e col fiato sospeso per vedere se qualcuno condivide le loro stupidaggini.

E nel frattempo che ne sarà del nostro livello di benessere, così faticosamente raggiunto?

I posti di lavoro persi, salvo sporadici casi di recupero momentaneo, saranno definitivamente persi, perchè già oggi le imprese operano delocalizzando le proprie produzioni o rifornendosi attraverso il commercio globale. Basta guardare le provenienze dei prodotti di un supermercato o di un negozio qualsiasi. In barba a qualsiasi spreco energetico, vale la regola furba del produco dove mi costa di meno e dove posso sfruttare di più i lavoratori.

molto phone...niente smart
molto phone...niente smart


In compenso ci sono intere popolazioni che stanno risvegliandosi da secoli di povertà e miseria. Tutti noi occidentali dovremmo sentirci fieri di questo processo...se avessimo almeno un microscopico senso umanitario. Ma ciò non accade, ognuno pensa al proprio portafoglio ed a cosa mettere sulla propria tavola.

Ci sarà dunque in previsione una grande massa di popolazioni che vivranno appena sopra la soglia della povertà, ed una microscopica elite di imprenditori/finanzieri che invece si arricchirà in modo spaventoso. (è già così, stando alla situazione economica del nostro paese, per esempio).

Dopo questa sequela di negatività previsionali è giusto domandarsi: c'è spazio per la speranza, per l'azione, per cambiare questa tendenza?

E' molto difficile perchè la tecnologia e la globalizzazione sono fenomeni irreversibili, salvo rivolte popolari.

Ma provate a convincere vostra figlia a mollare lo SMART solo per un giorno e ve ne renderete conto...sempre che anche voi non lo teniate in mano da quando vi svegliate fino a sera tarda! (cosa assai probabile, ma che neghereste)

Beh, quando la nostra società diventasse così povera da avere a mala pena i soldi per mangiare, forse la tecnologia del nuovo release non ve la potrete più permettere, dunque diventerete più saggi vostro malgrado.

Ci sono timidi cenni di organizzazioni che rilocalizzano, riportano piccole produzioni nel nostro territorio, arrivando al chilometro zero. Ben poca cosa ancora come fenomeno. Ma col passare del tempo e il rapido peggioramento, chissà.

Del resto è solo questione di accontentarsi e far tacere i sindacati. Meglio trecento euro al mese che niente.

In attesa che movimenti mondiali utopistici come Zeitgeist prendano il sopravvento e cambino la situazione riducendo in cenere l'intero sistema monetario mondiale.



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view post Posted: 18/10/2014, 00:15     Diritti e Doveri -


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Diritti e Doveri


Ogni essere umano tende troppo facilmente a far valere, sin dalla più tenera età, i suoi diritti, ma non è per nulla o quasi sensibile al fatto che la controparte da pagare alla società sia data dall'ottemperanza dei propri doveri.

E' istintivo. I diritti producono piaceri e privilegi, i doveri sono fatica o rinuncia.

La società, però, è spietata e quasi sempre presenta il conto a chi non la ricambia in modo adeguato e cerca solamente di sfruttarla.

Il problema sorge, come già dicevo, subito dopo la nascita. Piccoli animaletti in cerca solo di piaceri e sicurezze. Tutto ci è dovuto e combattiamo con tutte le nostre forze per averlo. I genitori sono lì apposta per soddisfare qualsiasi nostro desiderio o bisogno, con cibo, igiene, attenzioni e tenerezze.

I diritti/doveri dei bambini
E' giusto che sia così, proprio perchè da piccoli siamo assolutamente dipendenti dagli altri. Ma questa fase dovrebbe durare molto poco. I genitori hanno l'obbligo morale di educarci immediatamente a rispettare le regole della vita e le regole della nostra società. Non si può mangiare tutto il giorno, non si può avere continue carezze ed attenzioni, non si può non rinunciare a nulla.

Il nostro processo di svezzamento dovrebbe iniziare dal primo istante della nostra vita, dunque, non dopo i vent'anni!

Ma molti genitori non comprendono questo obiettivo primario dell'educazione (venendo già meno ad un loro preciso "dovere") e persistono nel soddisfare qualsiasi diritto del bambino o del ragazzo, senza imporre il rispetto di alcuna regola in cambio.

Una persona che cresca con la sola consapevolezza dei suoi diritti sarà un eterno immaturo, avrà un sacco di delusioni e frustrazioni, non sarà benvoluto da nessuno, sarà semplicemente considerato egoista e fannullone.

I metodi educativi degli ultimi decenni hanno spinto la nostra società a seguire sempre di più il sistema educativo permissivo. I bambini non vanno traumatizzati, con loro bisogna avere molta pazienza ed aiutarli il più possibile (ovvero fare noi anche ciò che spetterebbe loro). Non mi sembra un buon metodo.
Breve tema sul concetto di Diritti e Doveri

I risultati si vedono quotidianamente. Senza cadere nella banale generalizzazione, è facile constatare quanti bambini maleducati, capricciosi (diciamo pure antipatici), prepotenti, frignoni (o urlatori), indolenti, annoiati e noiosi, ci circondano. Sono il frutto di una cattiva educazione, della mancanza assoluta di sistemi di svezzamento.

Bambini viziati che diventeranno presto ragazzini viziati e che nella pubertà, quando si renderanno conto che a loro non tutto è concesso e non tutto è dovuto, subiranno un forte shock e saranno spinti verso piaceri sublimati, quali l'alcool e le droghe o verso atteggiamenti di ribellione e aggressività, come si riscontrano nelle baby-gang.

Non c'è da girarci troppo attorno: il risultato è il frutto di una carente, oppure cattiva o pessima educazione verso i doveri, che ogni essere umano deve rispettare senza troppi compromessi.

I genitori difficilmente vanno a scuola per imparare come si educano i figli e, per giunta, i metodi di moda in quest'epoca non servirebbero un gran ché a sensibilizzarli verso il rapporto diritti-doveri.

Mi auguro che venga presto il giorno in cui la moda cambierà e i genitori, colti da disperazione, ritroveranno i giusti metodi educativi, riconquistando la propria autorevolezza. La stessa cosa dovrà capitare nelle aule scolastiche, dove, dopo il '68, s'è perso ogni ritegno nei confronti di maestri e professori e della scuola in generale.


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view post Posted: 17/10/2014, 23:31     Esiste la cumunità Europea? -



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Esiste la comunità Europea ?

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Perchè 500 milioni di cittadini europei dovrebbero desiderare e sostenere la Comunità Europea?
Ma glielo abbiamo chiesto?

Quali sono i vantaggi che, con la Comunità, i cittadini si aspettavano di avere?
(Tenendo anche presente che il mantenimento della Comunità costa un sacco di soldi)

1) Cultura comune? Le culture sono rimaste diverse e la Comunità non è servita allo scopo di unificarle. Le varie nazioni hanno in comune solamente l'appartenenza ad una società di tipo consumistico e sprecone e la difesa del profitto personale.

2) Protezione della moneta? In Italia i prezzi con l'Euro sono raddoppiati. Le oscillazioni della lira si autoregolavano nel mercato europeo. Lira forte? Buone importazioni. Lira debole? Buone esportazioni.

3) Difesa verso la concorrenza degli altri continenti? Non è stato fatto nulla su questo importante fronte che era tra i più attesi dalla comunità

4) Uniformità di tasse? Non è successo

5) Uniformità dell'istruzione? Non è successo

6) Uniformità del costo dei prodotti e servizi? Non è successo

7) Uniformità delle leggi? Non è successo

8) Uniformità del sistema bancario? Non è successo

9) Uniformità della lingua? Non è successo

10) Uniformità del sistema pensionistico? Non è successo

11) Unico parlamento e unico governo? No, sono rimasti quelli nazionali ed in più s'è aggiunto il parlamento europeo e la commissione

12) Unico esercito? Non è accaduta neppure questa cosa, che era tra le più scontate

13) Tutte le nazioni europee vi hanno aderito? No, non tutte, anche se alcune hanno aderito "standone fuori", come l'Inghilterra!

14) Unica Costituzione? No, non esiste, gli stati membri non l'hanno voluta


L'unica cosa in comune è dunque la moneta, il denaro, i soldi, che però non hanno lo stesso valore nelle varie regioni della Comunità perchè i salari, le tasse e il costo della vita sono diversi.
Hanno in comune che ovunque i soldi si chiamano "euro", anche se lo scriviamo e pronunciamo in vari modi.

I fondatori sono partiti dal basso, il denaro, per unificare, anziché partire dai principi, cioè da una Costituzione unica, uguale in tutto il continente. La Costituzione non interessava, il denaro sì!

Ogni stato cerca di partecipare all'unione per trarne vantaggi o difendere i propri privilegi.
Tutti pronti a far valere i propri diritti, ma nessuno a ricambiare coi propri doveri. Noi in Italia siamo anche riusciti a dimenticarci di far valere i nostri diritti, in molte occasioni.

La solita storia. Poi non dimentichiamoci che non siamo ancora riusciti ad unire realmente neppure l'Italia!
(e non siamo il solo Paese che ha questo problema)

Ma allora che fare?

Tornare indietro non è neppure previsto, anche se penso che si potrebbe fare, ma non è detto che sarebbe meglio al giorno d'oggi.

Abbiamo buttato via 20 anni, come al solito. Tante chiacchiere, riunioni, congressi, libri. Molti ci hanno guadagnato con la Comunità, gli aiuti, ecc. Ma non 500 milioni di cittadini.

Chi sono i responsabili del fallimento?

In politica NON esistono responsabili! E' la prima cosa che si dovrebbe insegnare a scuola.

Andare avanti così porterà a situazioni conflittuali sempre peggiori, perchè l'era consumistica pura e semplice è finita, quindi la crescita è vera utopia, la concorrenza degli altri continenti sarà sempre più agguerrita.

L'impero Europeo è finito. Ci vorrà ancora del tempo per rendersene conto, ma non abbiamo più risorse. Ci si dovrà accontentare sempre di meno. Questa è l'unica consolazione: stiamo svolgendo, con la globalizzazione, un'azione benefattrice nei confronti dei continenti più poveri e rimasti più indietro.

Ma nessuno se ne sente orgoglioso. Perdere il proprio benessere è più drammatico che nascere e morire poveri.

Ci si dovrà arrangiare, come s'è fatto dopo ogni guerra persa. E questa l'abbiamo persa. Per colpa nostra, non dei nostri nemici. Perchè non dimentichiamo che partiti e uomini politici li abbiamo voluti noi cittadini.



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view post Posted: 17/10/2014, 18:20     Globalizzazione -



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Globalizzazione e Universalizzazione


Globalizzazione, sì o no?

L'analogia tra i termini "globale" e "universale" è fuorviante. L'Universalizzazione ha a che fare con i diritti umani: la libertà, la cultura e la democrazia. Al contrario, la Globalizzazione è sulla tecnologia, il mercato, il turismo e l'informazione.

Qualsiasi cultura che diventa universale, perde la sua singolarità e muore. Questo è quello che è successo a tutte quelle culture che sono state distrutte dalla forza d'urto dell'assimilazione. Ma è anche vero per la nostra cultura, nonostante la sua pretesa di essere universalmente valida. L'unica differenza è che le altre culture sono morte per la loro singolarità, che è una bella morte. La nostra, invece, sta morendo perché stiamo perdendo la nostra singolarità distruggendo tutti i nostri valori. E questa è una morte molto più brutta.

La tendenza alla globalizzazione, però, dovrebbe essere valutata da due opposti punti d'osservazione.

Dal punto di vista dei paesi ricchi (Europa occidentale, Stati Uniti), il rapido processo a cui abbiamo partecipato o assistito passivamente, si è rivelato un boomerang: ha prodotto la perdita di occupazione nel mondo del lavoro e un impoverimento generale delle classi meno abbienti, partendo però dalla media borghesia.

Dal punto di vista, invece, dei paesi più poveri il fenomeno rappresenta una fase evolutiva verso un maggiore benessere, che era senza speranza solo pochi decenni addietro.

Noi occidentali abbiamo spinto la globalizzazione pensando che l'apertura verso altri paesi più poveri (visti solo come "mercati") avrebbe rappresentato un enorme ampliamento dei nostri profitti. E ciò è risultato vero, ma solo per quei pochi imprenditori o specialisti che hanno fatto fortuna esportando il loro know how e macchinari produttivi in quei paesi. Per tutti gli altri abitanti delle nazioni ricche, invece, ha rappresentato, assieme al fenomeno dell'immigrazione, una doppia perdita di potere economico, trasformatosi poi in maggiori debiti pubblici, maggiori tasse e drastica riduzione dei posti di lavoro. Data l'ingestibile competizione del minor costo di manodopera, la bilancia tra importazioni ed esportazioni sarà sempre di più a nostro sfavore.

La perdità di identitàQuindi, sul piano umanistico generale, i paesi ricchi, impoverendosi e perdendo un poco del loro sfrenato benessere consumistico, hanno compiuto (involontariamente!) una vera e propria opera di bene, aiutando ad emergere quei paesi che fino a ieri non avevano lavoro e/o morivano di fame e malattie.

Oggi un'operaia indiana, guadagnando 45 dollari al mese, si ritiene fortunata e vive molto meglio di prima. E' sfruttata in modo vergognoso, ma prima non aveva niente del tutto.

Noi dobbiamo decidere se sentirci orgogliosi di questo fatto e dunque non lamentarci, oppure pentirci di non avere saputo imboccare strade diverse per cercare di porvi rimedio, rallentando se non altro il fenomeno.

Del resto gli aiuti che davamo al terzo mondo finivano in gran parte male e non giungevano alle popolazioni povere, ma arricchivano trafficanti d'ogni genere.
L'errore stava nel fornire mezzi di sussistenza e non conoscenza.

Nessuno ha capito che aprire le frontiere significava aprirsi ai viaggi nel tempo.

In questo preciso momento sul nostro pianeta esistono popolazioni che vivono come si viveva diecimila anni fa, altre come nel medioevo ed altre ancora come verso la fine del nostro Ottocento.
Questo stato di cose è rimasto immutato fino a quando non è diventato molto più rapido e semplice viaggiare, trasportare merci e mostrare, tramite i mezzi di comunicazione, che esisteva una possibilità di vivere meglio.

Abbattere le dogane e superare l'ostacolo del trasporto ha consentito agli agricoltori sud americani, così come a quelli orientali, per esempio, di esportare i loro prodotti nel nostro continente.
Ciò ha provocato la crisi del nostro analogo settore. E così è successo per tanti altri settori produttivi e commerciali.

Di contro, se da una parte abbiamo aiutato così facendo le popolazioni povere, dall'altra parte si è incrementato l'inquinamento e il consumo di carburanti non rinnovabili. Pensate a quanto costi trasportare via nave un container di prodotti che sarebbero facilmente coltivabili a chilometri zero da dove abitiamo o che venivano realizzati in una piccola fabbrica del nostro paese.

L'Europa è stata imprevidente anche sotto questo punto di vista ed ancora oggi non si parla neppure di introdurre almeno una tassa ecologica motivata proprio dal consumo energetico e inquinamento prodotto dal trasporto su lunghe distanze.

Il processo, inoltre, sta introducendo, o ha già introdotto, il modello dello stile di vita consumistica in molte parti del globo, di cui stiamo comprendendo i limiti.

La Cina soffre già di problemi d'inquinamento, ovvero sta percorrendo rapidamente tutte quelle fasi che hanno trasformato la nostra civiltà contadina dell'inizio del ventesimo secolo, in società prima industriale e poi consumistica.

Allora la globalizzazione non è un bene, neppure sotto questo profilo.

Ma che fare?

Il processo non può essere arrestato, non dipende più da nessuno, dipendendo da tutto il sistema.

La globalizzazione nel terzo mondo
Quindi non c'è soluzione. I nostri figli e nipoti sono destinati a vivere sempre di più in una crescente povertà.

I posti di lavoro saranno sempre di meno. La media borghesia lascerà il posto ad una popolazione più misera e poche persone saranno ricche. Si tratterà di grossi imprenditori e di speculatori dell'alta finanza, verso la quale pure non abbiamo posto limiti.

Non ci sarà più spazio per la piccola impresa, che sarà (come avviene già oggi) sempre più soffocata dalle grandi compagnie internazionali, che detteranno legge.

Oggi un'azienda che si appoggi al web per il proprio business, ad esempio, è già in balia dei capricci dei motori di ricerca, che possono spazzarla via dalla presenza, decretandone l'inevitabile fine.

Così come l'adozione di semenze OGM crea dipendenza dalla compagnia che ne detiene il brevetto a livello mondiale.

Linee guida per le riforme del futuro:

Dobbiamo imparare a vivere meglio, ad essere meno vincolati dalla grande distribuzione ed affascinati dagli inutili o superflui acquisti di prodotti tecnologici o comunque facilmente rinunciabili.

Dobbiamo sincronizzare la formazione scolastica con le nostre reali esigenze lavorative, garantendo così un posto di lavoro sicuro ai nostri figli.

Dobbiamo concedere in uso vasti territori nelle periferie delle nostre città e paesi a famiglie o cooperative che ne realizzino coltivazioni e piccoli allevamenti ad uso personale (ortaglia e animali d'allevamento).

Dobbiamo diffondere maggiormente il risparmio energetico e sfruttare sempre di più il recupero dei rifiuti.

Dobbiamo incentivare al massimo la costituzione di nuove cooperative in tutti i vari settori (fenomeno già spontaneamente in atto), perchè queste strutture abbattono il divario economico-decisionale tra datore di lavoro e forze impiegate, quindi è un sistema più equo e reattivo.

Dobbiamo introdurre forme di prestazione gratuita di servizi (volontariato), introducendo il criterio di scambi a costo zero, in previsione dell'auspicabile definitiva e completa abolizione del sistema monetario (vedi Zeitgeist).

Dobbiamo vincolare le aziende produttrici al rispetto delle norme di qualità dei prodotti, affinché non sia più programmata la loro obsolescenza o rottura per garantire maggiori profitti (certificazioni).

Dobbiamo ottimizzare al massimo la struttura sanitaria, affinché i servizi restino di alto livello, ma a costi inferiori, abbattendo sprechi, corruzione e incapacità.

Dobbiamo aiutare tutti i settori del lavoro autonomo, fornendo loro informazioni su tecnologie, prodotti, esigenze dei mercati, cooperazione, concorrenza e supporto gestionale (molto carente).

Dobbiamo introdurre a livello europeo una tassa proporzionale ai chilometri di trasporto delle merci importate.

E chissà quante altre iniziative e riforme orientate al nuovo assetto anti-consumistico si potrebbero attuare, nel rispetto del merito, della qualità, della durata, dell'economia, del benessere dei cittadini.

In una parola sola dobbiamo uscire dall'era consumistica, dal governo dei mercati e dell'alta finanza speculativa ed abbattere il profitto di pochi per inventarci l'era successiva, basata sul reciproco sostegno sociale, riducendo i nostri consumi, ma incrementando la nostra sicurezza e tranquillità economica.

Se il futuro prenderà questa direzione, anziché ridurci a guerre tra poveri, allora potrà anche affiorare la speranza e fiducia verso una società migliore di quella attuale, meno avida, meno ignorante, meno sprecona ed egoistica, meno corrotta e depravata e più sensibile anche ai problemi del nostro pianeta, per nulla trascurabili!



sydsiph

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